mat’Maria

20180204 maria skobtsova

Elizaveta Jur’evna Pilenko Skobcova-mat'Maria 

Una vita intensa e appassionata quella di Elizaveta Jur’evna Pilenko (Liza), portata a compimento nell’ amore, con il dono totale di sé nel campo di concentramento di Ravensbrück. Liza nasce a Riga, in Lettonia, nel 1891 in una famiglia aristocratica e dimostra molto presto spiccate doti artistiche ed una intelligenza fuori dal comune: diventa poetessa e pittrice. Durante gli studi a S. Pietroburgo frequenta i circoli letterari, affascinata da questi ambienti intellettuali e mondani . Si sposa avventatamente con Kuz’min-Karavaev ma divorzia entro breve tempo . Pubblica la sua prima (e non ultima) raccolta di poesie, ma stanca dell’atmo- sfera decadente dei circoli cittadini sente il bisogno di riallacciare il legame con la terra. Torna nei luoghi dei suoi padri, ad Anapa, nel sud della Russia, dove la famiglia possiede e coltiva vigneti. Ha la sua prima figlia: Gajana, nome a cui Liza attribuisce il significato di “figlia della terra”. La maternità la segna nell’intimo e nasce in lei la concezione della maternità universale, che tutto abbraccia. Allo scoppio della prima guerra mondiale, evento che lei “rifiuta interiormente”, decide, tra mille difficoltà, di studiare teologia. Durante la tempesta della rivoluzione russa é eletta sindaco di Anapa ma, con l’accusa di nutrire simpatie bolsceviche, subisce un ingiusto processo. Ella scampa all'esecuzione capitale grazie all’intervento dell’ufficiale Daniil Skobcov, che sposa in seconde nozze. Presto in Russia è la guerra civile e Liza deve fuggire: parte con Gajana e, dopo essere stata raggiunta dal marito e aver dato alla luce Jurij e Anastasia, ella giunge, dopo un esodo durato quattro anni, a Parigi, in condizioni di incredibile povertà e sofferenza. In questa nuova condizione Liza deve mantenere tutta la famiglia con lavori di cucito, fabbricando bambole e fiori artificiali. Anastasia muore presto di meningite, aggiungendo dolore al dolore. Liza conosce e partecipa al Movimento cristiano degli studenti russi (di cui diventerà segretaria). Vive accanto agli altri esuli russi e si sente chiamata a mettersi alla ricerca dei più poveri: visita ospedali, cliniche psichiatriche, prigioni, asili e matura la sua vocazione monastica ortodossa. Ottenuto il divorzio ecclesiastico da Skobcov chiede la tonsura (con il consenso del marito) e prende il nome di mat’ Marija. Ella non intende vivere in una comunità monastica ortodossa tradizionale ma vuole realizzare la sua vocazione “nel mondo”. Un tale passo è giudicato quasi blasfemo, sia per il suo passato, sia per lo sconvolgimento dell’idea monastica ma il metropolita Evlogij la sostiene e le indica come pustyn (deserto spirituale) il cuore umano. Con rinnovato slancio dà vita a un pensionato per donne abbandonate e povere a cui seguiranno numerose altre iniziative. Intanto la figlia Gajana rientra in Russia, ma presto muore. Nel sempre maggior dolore Liza prosegue la sua missione. Presta aiuto agli ebrei perseguitati dal regime nazista ma nel febbraio del 1943 è arrestata dalla Gestapo, assieme al figlio Jurij. Deportata nel campo di concentramento di Ravensbrück , trova la morte due anni più tardi, il 31 marzo 1945 (sabato santo), a pochi giorni dalla liberazione da parte dell’esercito russo. Mat’ Marija e suo figlio Jurij sono stati canonizzati dal Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli il 6 gennaio 2004.

Bibliografia:

Nina Kauchtschiswili- mat’Maria-il cammino di una monaca- ed. Qiqajon-comunità di Bose Magnano 1997

Comunità di Bose-Il libro dei testimoni-martirologo ecumenico- ed. San Paolo

Sitografia:

http://www.ortodossia-russa.net/testi/matmaria/santa_martire_maria_skobtsova.htm

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